LE DUE TORRI
Il Signore degli Anelli II
Anno:
2002
Nazione:
Stati Uniti d'America
Produzione:
Wingnut Films
Distribuzione:
New Line Cinema
Durata:
172'
Regia:
Peter Jackson
Sceneggiatura:
Peter Jackson, Frank Walsh, Philippa Boyens
Fotografia:
Andrew Lesnie
Montaggio:
John Gilbert
Scenografia:
Grant Major
Musiche:
Howard Shore
Trucco
speciale delle creature, miniature ed effetti digitali: Weta LTD.,
NZ
Supervisore
degli effetti visivi: Jim Rygiel
Cast:
Elijah Wood, Ian McHellen, Viggo Mortensen, Liv Tyler, Sean Astin, Cate
Blanchett, Orlando Bloom, Christopher Lee, Andy Serkis nel ruolo di
Gollum)
La Compagnia e ormai divisa. Il destino dell'Anello
e nelle mani di Frodo, Sam e Gollum, la strana creatura legata ai due
da una promessa vitale. Aragon, Legolas e Gimli si incontrano con Gandalf,
tornato a nuova vita dopo lo scontro con il Balog infuocato nelle profondità
di Moria; il gruppo corre in aiuto di Re Theoden e del regno Rohan ormai
prossimi allo scontro con Saruman. Marry e Pipino hanno trovato rifugio
tra gli Ent di Fangorn. L'Oscuro Signore raduna i suoi eserciti per
distruggere Minas Tirith e conquistare la Terra di Mezzo.
Con questo secondo film sulla trilogia di Tolkien
il regista Peter Jackson conferma il suo talento visionario e le sue
doti di narratore. Le Due Torri si impone agli occhi dello spettatore
come un maestoso dipinto dove i paesaggi, i personaggi, i suoni e le
musiche catturano la mente con forza ed eleganza.
La complessità e la dinamicità del livello narrativo
e visivo crescono notevolmente; Jackson presuppone che il pubblico sia
un attento conoscitore del mondo di Tolkien e che abbia visto il primo
film; abbandona il ritmo lento e descrittivo per dar spazio all’azione
e agli intrecci. Entrano in campo nuovi personaggi che avranno un ruolo
fondamentale nello sviluppo della storia: Gollum, la strana creatura
costretta dall’Anello a vivere nell’oscurità; vive una terribile scissione
con il suo alterego Smeagol, diviso tra la brama di imposessarsi nuovamente
dell’Anello e la volontà di servire Frodo.
E’ un personaggio costruito interamente al computer
grazie al sistema Motion Capture: l’attore Andy Serkis ha girato le
scene di Gollum con gli altri attori; ha girato nuovamente le scene
in Blue Screen indossando una speciale tuta con dei sensori di movimento;
le informazioni sono state poi elaborate dal computer (lo studio dei
movimenti e durato due anni!). Il risultato e una creatura dagli enormi
occhi blu e dai denti aguzzi che convince per la sua incredibile mimica
(un personaggio sicuramente da oscar, come ha dichiarato il regista).
Un altro personaggio costruito con lo stesso procedimento e Barbalbero,
il pastore di alberi che custodisce la foresta abitata dagli Ent. In
tutto il film la tecnica e al servizio della storia, un procedimento
molto lontano dagli schemi della cinematografia hollywoodiana dove le
storie vengono spesso scritte per le applicazioni visive degli effetti.
In tutto il secondo episodio notiamo uno sviluppo
di elementi contrapposti o complementari inseriti in un sistema binario:
Isengard contro Barad Dur, Gandalf contro Saruman, Gollum
contro Smeagol, gli Uomini contro gli Uruk-hai, Sam contro Gollum, Frodo
contro Sam. La narratività si sviluppa secondo il modello che lo studioso
Algirdas J. Greimas rintracciava alla base di ogni racconto (modello
attanziale): un destinatore assegna a un soggetto eroe
il compito di conquistare un certo oggetto di cui un destinatario
potrà beneficiare. Nel corso della sua azione, il soggetto incontrerà
elementi che gli faciliteranno il compito, adiuvanti, e altri
invece che glielo ostacoleranno, opponenti. Tutti i nodi narrativi
vengono portati avanti con un sapiente montaggio parallelo che ci permette
di fruire immediatamente il film (a volte a discapito di alcuni particolari);
tutto accade molto in fretta, e l’attesa non fa altro che aumentare
la drammaticità degli eventi.
La regia di Jackson ci sembra molto più vicina alla
mise en scene che a quella classica; la storia e stata riscritta per
il cinema con una ricchezza iconografica simile all’inventiva etimologica
di Tolkien. E non e un caso che il regista abbia ricevuto un dottorato
onorario in letteratura. Il suo non e stato un semplice lavoro di trasposizione
cinematografica: la sua sceneggiatura ha tradotto e interpretato la
storia originale, si e nutrita delle illustrazioni di Alan Lee e John
Howe per anni. Ma, ciò che più colpisce e che i tre film sono stati
girati contemporaneamente (divisi poi per ragioni produttive); Jackson
e stato il primo sceneggiatore capace di condensare tutto il materiale
narrativo contenuto in 1200 pagine in un copione di 300 pagine (diviso,
sempre per ragioni produttive, in tre da 110 ciascuno). Il suo talento
visionario dimostra le massime espressioni nella magistrale direzione
della battaglia al Fosso di Helm; nella storia d’amore tra Aragon e
Arwen raccontata dai flashback; e ancora nello scontro tra Gandalf e
il Barlog infuocato, nella distruzione di Isengard ad opera degli Ent.