IL REGISTA DI MATRIMONI
Anno: 2006
Nazione: Italia
Distribuzione: 01 Distribution
Regia: Marco Bellocchio
Sceneggiatura: Marco Bellocchio
Scenografia: Marco Dentici
Fotografia: Pasquale Mari
Montaggio: Francesca Calvelli
Cast: Sergio Castelletto, Samy Freiy, Gianni
Cavina, Donatella Finocchiaro.
Alla
59esima mostra del cinema di Cannes, è stato accolto con oltre
8 minuti di incessanti applausi l’ultimo film di Marco Bellocchio, e
non poteva non essere così, perché “Il regista di matrimoni”, è l’ennesima
conferma della rinascita qualitativa del cinema italiano, oltre ad essere
il fiore all’occhiello del regista piacentino, che negli ultimi anni
ha saputo riconquistare la fiducia e la stima del suo pubblico, proponendo
storie concrete, drammaticamente vere e ricche di emozioni.
"L'ora di
religione" prima, "Buongiorno, notte", poi e l’attuale “Il regista
di matrimoni”, segnano le tappe più importanti della carriera in ascesa
di Marco Bellocchio, che con i suoi film ha fatto del cinema la base
teorica per parlare dell’Italia di oggi.
Il film
dallo stile ricercato ed onirico, procede quasi sempre per scene e sequenze
non finite, una scelta accurata che il regista ha fatto allontanandosi
dalla drammaturgia tradizionale, per operare un montaggio più complesso,
dove ogni elemento potesse venire enfatizzato all’interno della storia,
come fosse un tassello imperdibile per il filo narrativo stesso.
Franco Elica
è un padre turbato dal matrimonio della figlia con un fervente cattolico,
ma soprattutto è un regista in crisi che sta preparando su commissione
l’ennesima riduzione dei Promessi Sposi.
Perso nel
caos irrimediabile della sua vena artistica, a seguito di uno scandalo
scoppiato all’interno della produzione “manzoniana”, fugge al sud, dove
incontra Enzo, umile regista di matrimoni, e Ferdinando Gravina, illustre
principe decaduto di Palagonia.
Il nobile
siciliano propone a Franco Elica di partecipare alle nozze della figlia
Bona, cinematografandone l’evento, ma Elica, con grande stupore di se
stesso, finisce per innamorarsi della giovane. A questo punto il film
si complica, le storie si intrecciano come fossero le facciate di un
prisma, e riflettendosi l’una nella trasparenza dell’altra, trascinano
lo spettatore alla luce dei tre possibili epiloghi.
Bellocchio
inanellando sequenze a singhiozzo, gioca seriamente con il romanzo manzoniano,
e rinunciando alle parole esalta la visionarietà pura attraverso l’espressione
dei tre registi protagonisti del suo film. Franco Elica, alter ego del
regista emiliano, in cerca della sua sostanziale identità, si
contrappone così nel film, all’ossessivo Smamma strepitoso Gianni Cavina,
che vestendo i panni de “Il fu Mattia Pascal” pirandelliano si finge
morto per essere riconosciuto come uomo e come autore, ed infine il
regista dal nome futurista (Elica) interpretato da Sergio Castellitto,
personaggio che prosegue idealmente la formazione spirituale e laica
di Ernesto Picciafuoco ne “L’ora di religione”.
In alcuni
passaggi il film si trasforma quasi come fosse una fiaba, con un solo
uomo al centro di un progetto fallimentare, che si ritrova in un altro
contesto circondato da personaggi che lo rimettono alla prova e lo costringono
a lottare per qualcosa.
Anche in questo
caso quindi, il fulcro della disperazione gravita intorno alla
crisi di un uomo e di un artista, ma a differenza de “L'ora di Religione”
dove il personaggio doveva fare in conti con il passato, in questo film
è il presente ad angosciarlo, un presente dal quale sceglie di fuggire,
e che Bellocchio usa, interpreta e plasma per un unico fine: raccontare
l’Italia, attraverso codici rappresentativi più complessi di quelli
usualmente utilizzati.
Come in un
gioco di contraddizioni, Bellocchio, con “Il regista di matrimoni”,
torna poi ancora una volta sul tema della religione, che in questa occasione
affronta però velatamente ed in chiave autobiografica, mettendo in evidenza
la sua personale capacità di fare teoria senza annoiare, di riflettere
sul cinema senza risultare autoreferenziale, guardandosi attorno
senza rinunciare a dispiegare taglienti intuizioni sull'Italietta
odierna.
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