Titolo originale: Beverly Hills Chihuahua;
Regia:
Raja Gosnell;
Produzione:
Walt Disney Pictures;
Genere:
commedia.
Cast: Attori Umani:
Piper Perabo (Rachel Ashe Lynn); Jamie Lee Curtis (Vivian
Ashe); Maury Sterling (Rafferty); Manolo Cardona (Sam); Jesús Ochoa
(Officer Ramirez)
Doppiatori cani:
Chloe (Drew
Barrymore/
Francesca Manicone); Delgado(Andy Garcia/Fabrizio
Pucci); Papi (George Lopez/Francesco
Pannofino); El Diablo (Edward James Olmos/
Stefano De Sando)
Beverly Hills Chihuahua è un film della Disney che
parla, come suggerisce il titolo, di animali, per la precisione di
quei cagnolini da borsa molto di moda presso le star americane, i
Chihuahua.
Il film narra delle avventure di Chloe, una cagnolina
Chihuahua stereotipo di quegli animali di proprietà di ricconi che
vivono nelle ville di Beverly Hills, dunque circondata da lusso
sfrenato che coinvolge anche lei, avendo a disposizione addirittura
un collare di diamanti.
I problemi per l’animale iniziano quando viene
affidata dalla sua padrona, Vivian alla nipote. La ragazza, Rachel,
decide di portare con sé l’animale in una vacanza in Messico. Lì la
cagnetta e il suo collare finiscono nel mirino di loschi figuri che
vorrebbero guadagnare sull’animale sia prendendole il prezioso
manufatto sia provando la cagnetta come cane da battaglia. Per fare
ciò mettono sulle tracce di Chloe un dobermann di nome El Diablo.
Fortunatamente per l’improvvida cagnetta ci sono due
speciali “angeli custodi” che le permetteranno di superare questi
problemi: Delgado, un pastore tedesco ex poliziotto che ora vive in
mezzo alla strada, e un altro chihuahua di nome Papi, di proprietà
dei camerieri della villa dove viveva Chloe che è follemente
innamorato di lei e che fugge dalla casa per salvare la sua bella
dai guai.
Film pensato principalmente per bambini e che da i
più piccoli è sicuramente apprezzato sia per il lieto fine sia per
qualche bel momento di comicità.
Una visione più profonda, da adulti, può vedere nel
film una critica ad un mondo falso e sfarzoso di alcune nostre star
e l’apprezzamento finale per qualcosa di più reale ed interraziale.