SPIDERMAN "2"
Regia:
Sam Raimi;
cast:
Tobey Maguire, Kirsten Dunst, Willem Dafoe, Larry Franco;
Sceneggiatura:
David Koepp;
Montaggio:
Arthur Coburn e Bob Murawski;
Musica:
Danny Elfman;
Produzione:
usa;
Anno:
2004;
Casa
di distribuzione: Columbia TriStar Films
Il momento è arrivato, il verdetto atteso da migliaia
di appassionati, MARVEL-dipendenti, inesorabilmente prende vita sul
grande schermo e davanti i nostri occhi; qual’era innanzitutto l’insopportabile
dilemma?
Ovviamente il più scontato: riuscirà il secondo episodio,
atteso e bramato per più di due anni,a tenere il passo col precedente
capitolo,un successo esplosivo che ha portato nelle casse della Columbia
TriStar qualcosa come 820 milioni di dollari in tutto il mondo?
La risposta del regista, Sam Raimi, non delude le
aspettative;
la fedeltà al fumetto è sempre sorprendente, il ritmo
sostenuto,
l’ambientazione spettacolare, le inquadrature, veloci
e agorafobiche, tolgono il fiato e sembrano catapultare lo spettatore
in aria a svolazzare insieme al nostro umanissimo aracnide.
Davanti a tanta grandezza però sentiamo qualcosa
scricchiolare e questo qualcosa sono alcune piccole ma fastidiose crepe
nell’architettura narrativa e nelle scelte stilistiche dello sceneggiatore
David Koepp.
La trama non riserva, naturalmente, grosse sorprese;
ritroviamo infatti il giovane Peter Parker (Tobey Maguire) eternamente
dilaniato dalle responsabilità enormi del supereroe, dagli insormontabili
problemi economici da disoccupato eternamente in bolletta e dall’inconfessato
e platonico amore per la rossa e sensuale Mary Jane Watson (Kirsten
Dunst).
Il ruolo del cattivo di turno stavolta spetta al
dottor Octopus (Alfred Molina), in innocuo scienziato trasformato in
una sorta di piovra umana da uno dei suoi stessi esperimenti; il personaggio
in questione però, appare spesso, specie nel finale, privo di spessore,
superficiale e poco incisivo, lontanissimo dal fascino intrigante e
ambiguo dello splendido Goblin (Willem Dafoe). Ci sono inoltre diverse
evidenti incongruenze, tanto per dirne una, i poteri del ragno. Ad esempio;
vediamo infatti questi ultimi andare e venire, altalenanti, a seconda
delle crisi d’identità del protagonista, come se fossero una specie
di reazione allergica dovuta allo stress e non il frutto di una mutazione
genetica.
E ancora, il costume di Spiderman gettato da questo
stesso nella spazzatura e subito, fortunatamente, non solo recuperato,ma
addirittura casualmente appeso, intatto, e messo provvidenzialmente
a disposizione del caro Peter... maschere che saltano via... ragnatele
onnipotenti appese a volte non si sa bene dove... (n.b. nell’ultimissima
scena, in mare aperto, ma quella fantomatica tela, Peter, dove la lanci?).
Di sicuro questi appaiono elementi irrilevanti davanti
alla fastosità di un prodotto cinematografico godibile e così ben confezionato
ma, come dire, la perfezione sarà pure di un altro mondo, andiamo,quando
manca così poco per raggiungerla, sarebbe un delitto non chiedere di
più!
Alessia Moscato
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