IL CORVO
Titolo originale: The Crow
Paese: USA
Anno: 1994
Durata: 102'
Genere: azione/horror
Regia: Alex Proyas
Soggetto: dal fumetto originale di James O'Barr
Sceneggiatura: David J. Schow, John Shirley
Produttore: Jeff Most, Edward R. Pressman, Bob Rosen
Casa di produzione: MIRAMAX / DIMENSION PICTURES
Distribuzione in Italia: Medusa video distribuzioni
Interpreti e personaggi: Brandon Lee: Eric Draven/il corvo, Ernie
Hudson: Albrecht, Michael Wincott: Top Dollar, Rochelle Davis: Sarah,
Angel David: Skank, Bai Ling: Myca, David Patrick Kelly: T-Bird, Michael
Massee: Funboy, Jon Polito: Gideon, Marco Rodrìguez: detective Torres,
Sofia Shinas: Shelly Webster, Anna Levine: Darla, Angel David: Skank,
Laurence Mason: Tin Tin, Tony Todd: Grange, Bill Raymond: Mickey
Doppiatori italiani: Luca Ward: Eric Draven, Il Corvo, Pietro
Biondi: Albrecht, Mario Cordova: Top Dollar, Federica De Bortoli: Sarah,
Edoardo Nevola: Skank, Giuppy Izzo: Myca, Luciano Roffi: T-Bird, Stefano
Benassi: Funboy, Eugenio Marinelli: Gideon, Danilo De Girolamo: detective
Torres
Fotografia: Dariusz Wolski
Montaggio: Dov Hoenig, Scott Smith
Effetti speciali: Scott Coulter, John Patteson, Sandy Collora
Musiche: vari Tema musicali
Scenografia: Marthe Pineau
È la temibile notte
del diavolo (hell’s night). In questo giorno la violenza sembra aumentare,
raggiungendo l' apice della malvagità.
Questa ondata di
iniquità, inesorabilmente, lascia dietro di se una scia di vittime innocenti;
vittime come gli sfortunati Eric e Shelly futuri sposi.
I malcapitati, vengono
aggrediti nel loro appartamento dagli uomini di Top Dollar (Shank,
Tin Tin, T-Bird e Funboy), il re della droga e dei traffici illegali
della città.
Shelly viene picchiata
e violentata, mentre Eric scaraventato giù dalla finestra, dopo aver
ricevuto una pallottola in fronte.
Ma dalle ceneri
dell' ingiustizia e della violenza perpetrate ai danni dell'amore, si
innalzano le ali del corvo!
Sarà lui a guidare
il risorto Eric nella sua vendetta; un' Eric invulnerabile e immortale
che giustizierà uno ad uno i propri aguzzini fino ad arrivare al vertice
della piramide: Top Dollar.
Compiuta la sua
vendetta, il corvo potrà far riposare le sue ali ed Eric ricongiungersi
alla sua amata Shelley, per vivere insieme il sentimento che neanche
la morte può sopraffare: l' amore...
Il corvo è una pellicola
entrata ormai nell' Olimpo del cinema.
Forse deve la sua
consacrazione anche alla prematura morte del suo protagonista Brandon
Lee, ma ciò non toglie i meriti a questo film.
Il corvo, mescola
due diversi generi cinematografici in modo perfetto; l’horror a volte
si confonde con il romanticismo e viceversa in un connubio che scorre
piacevolmente davanti gli occhi dello spettatore.
Due diversi generi,
che all’ interno della pellicola, riescono a coesistere, dando vita
ad espressioni e battute entrate di diritto nella filosofia collettiva;
“Non può piovere per sempre” a breve, è diventata la frase cult del
film.
Molte persone (maggiormente
giovani e adolescenti), hanno preso da esempio, come life-motive, questa
espressione.
Nel film, è Eric
a pronunciare la frase, in risposta alle lamentele di Sarah per la troppa
pioggia, che assiduamente sta cadendo sulla città; è tramite questa
affermazione, che Sarah ha la conferma che il tizio con l’impermeabile
nero e la faccia bianca da clown, è Eric; amico e fidanzato della sua
defunta amica Shelley.
“Non può piovere
per sempre”, ha la valenza del non scoraggiarsi del momento negativo
che si sta vivendo e che prima o poi, la pioggia dei problemi lascerà
il posto al sole del riscatto personale e della serenità.
Anche la battuta
“vittime… non lo siamo un po’ tutti...” ha il suo significato morale:
alla fine, in questo mondo, tutti noi in determinate situazioni ci sentiamo
e ci poniamo vittime di qualcosa.
L’ atmosfera dark,
preponderante in quasi tutte le scene del film, rispecchia perfettamente,
l’anima della società in cui è ambientata la vicenda; tra i vicoli bui
della città, si muovono persone e figure senza più dei veri valori a
cui far riferimento; appunto una società malata, che non rispetta più
le regole del convivere, ma che si muove in modo anarchico e violento.
L’anarchia e la
violenza, sono testimoniate dall’ operato della banda di Top Dollar
(i quattro aggressori di Eric e Shelley); derubano e uccidono chi gli
capita a tiro, senza remora o rimorsi.
Anche, il rapporto
fratello-sorella-amante tra Top Dollar e Myca, mette in risalto l’assenza
di regole e valori.
Anche la colonna
sonora e le musiche (a seconda delle scene e dei momenti, dure come
un pezzo hevy metal, e a volte dolci e candide come un canto angelico)
contribuiscono a dare più consistenza alle atmosfere cupe e oscure.
In questo scenario
desolato e abbandonato a se stesso, la figura del corvo, e quindi di
Eric, si assurge come simbolo della redenzione purificatrice.
Un esempio, è fornito
dalla madre di Sarah (Darla), che da sola, con la sua fragilità, non
riesce a non fare a meno della sua dose giornaliera di droga; solo grazie
all’ aiuto di Eric, riesce a capire di aver buttato la sua vita fino
a quel momento, e di aver trascurato (per via della sua attività di
prostituta per mantenersi) il bene più grande che le ha donato la vita:
sua figlia Sarah.
Forse, dietro alle
azioni senza regole dei quattro assassini di Eric e Shelly, si nascondono
uomini deboli, incapaci di reagire al proprio destino, che sfogano la
loro fragilità e paura compiendo ingiustizie e omicidi.
Eric, inconsapevolmente,
è il salvatore (e nello stesso tempo, l’angelo sterminatore) che la
città stava aspettando; il suo viso pallido e bianco, rappresenta il
candore di un angelo redentore.
Parte del successo
del “Corvo”, lo si deve anche alla toccante interpretazione di Brandon
Lee; l’ espressività del suo viso, capace di fulminee mutazioni, hanno
conferito alla pellicola un ‘anima propria.
Intenso nei flashback
in cui rivive le sofferenze e le gioie vissute con la sua amata Shelley;
riesce a trasmettere immagini diverse di se stesso, ma tra loro contemporanee;
con i lunghi capelli bagnati e il trucco sbiadito dal pianto e dalla
pioggia, a volte rannicchiato su se stesso, ci fa entrare nel suo lato
più fragile.
E’ in questi momenti,
che la sua persona assume la figura effimera di un bambino indifeso;
ma è lo stesso bambino, che nei momenti opportuni sa tramutarsi in un
angelo sterminatore senza pietà, con chi non ne ha avuta nei confronti
di vittime innocenti.
La sua serafica
mimica facciale, lascia il posto a lineamenti più marcati e decisi;
il bianco pallido si converte in un bianco più acceso, alimentato
dalla sede di vendetta che non si riesce a placare.
La pittura sul viso
di Eric, evidenzia in lui, la figura di una rappresaglia crudele, senza
scrupoli che però viene compiuta con l’ironia e anche la follia
tipica di un’artista circense (il clown); aspetto calzato a pennello
da Brandon grazie al mix di trucco sul viso e capelli lunghi e quasi
sempre bagnati.
Un esempio di sottile
ironia nel suo ruolo di giustiziere, è la risata-urlo emessa, dopo essere
stato crivellato di colpi !
Anche la sua tenuta
da dark-rockstar (calzoni stretti di pelle e maglietta a mani lunghe;
tutto rigorosamente nero), incrementa la sua figura di vendicatore dannato
e solitario.
L’aggettivo dannato,
è stato associato in maggior modo, al triste destino capitato al povero
Brandon Lee, morto durante le riprese del film per un incidente di scena;
una disgrazia che scosse tutta la troupe (specialmente l’attore Michael
Massee/Funboy che sparò il colpo diretto a Brandon).
Però, in fase di
rifinitura imminente (mancando tre giorni alla fine della realizzazione
del film), la produzione decise di terminare il film con scene girate
precedentemente alla sua morte, con l’ausilio di controfigure e della
computer grafica.
La scena incriminata
fa parte del flashback che Eric rivive appena tornato a casa sua (dopo
essere resuscitato); qui rivive le violenze ai danni di Shelly e lo
sparo (fatale nella realtà) che gli è costato la vita (sia scenica che
vera).
L’incidente, avvenne
il 31 Marzo 1993 nel Nord Carolina, precisamente a Wilmington; la morte
dell’ attore è causa di una disattenzione da parte dello staff tecnico.
Non avendo a disposizione proiettili a salve e avendo poco tempo a disposizione,
vennero usati proiettili veri, svuotati della polvere da sparo. L’arma,
fu usata precedentemente alle riprese del film, e poi svuotata; però
nessuno si accorse della permanenza nella canna di uno dei proiettili.
La pistola susseguentemente,
fu ricaricata con colpi a salve; però l’esigua distanza tra Funboy (Michael
Massee) ed Eric (Brandon Lee), fu sufficiente a rendere letale
il proiettile vero (premuto da quello a salve) e a colpire all’ addome,
l’inconsapevole Brandon; vano fu il ricovero immediato di Lee presso
il New Hanover Medical Center di Wilmington (morì dopo un’ operazione
durata più di 10 ore).
Oltre che per la
prematura morte del protagonista, il film incontro non pochi ostacoli
per la sua fase conclusiva.
In primis, la (giustificata)
depressione che colpì Michael Massee per aver premuto il grilletto;
l’attrice che interpretava Shelley (Sofia Shinas), per via della disgrazia,
non riuscì a proseguire il film e Ernie Hudson (l’agente Albrecht)
non potè proseguire per via di un lutto familiare (morte del cognato).
Ma grazie all’ impiego
degli stuntman Chad Stahelski e Jeff Cadiente, ai ritocchi digitali
e alle scene girate precedentemente, si è potuta dare una fine
al Corvo; la scena dello sparo, che si vede nel film, non è quella originale,
ma è stata rigirata con uno dei due stuntman.
Per le scene impersonate
dagli stuntman, le atmosfere cupe e povere di luce, hanno aiutato molto,
il regista Alex Proyas nel camuffare i finti Eric Draven all’occhio
attento dello spettatore; infatti, in alcune scene, il volto di Eric,
non viene svelato, ma lasciato in balia dell’ oscurità.
Il film, è tratto
da una seria di fumetti, il cui creatore è James O’ Barr; O’Barr ha
avuto l’idea del Corvo, dopo aver letto sul giornale una notizia che
riportava l’uccisione di due fidanzati per un anello da 20 dollari.
Lo sviluppo narrativo
del fumetto e del film, però non collimano in alcuni dettagli; nel fumetto,
c’è la presenza di Skull Cowboy, una specie di mentore di Eric.
È lui che lo informa
sulla sua nuova natura di giustiziere e su i suoi illimitati poteri;
nel film, il regista decise di non far comparire questa figura per dare
più spazio e risalto al rapporto uomo-corvo.
Nel fumetto, Eric
permane sempre invulnerabile, mentre nel film la sorella-amante di Top
Dollar (Myca), venuta a conoscenza dell’ unico tallone d’Achille
di Eric (il suo legame con il corvo), ferisce il volatile, privando
momentaneamente Eric dei suoi poteri.
Ma grazie all’ aiuto
di Albrecht, il bene e la giustizia sapranno farsi valere.
Il film, riesce
a fornire anche un certo spessore ai vari personaggi che ruotano intorno
a Draven; Albrecht (Ernie Hudson) è un agente di polizia, che ha voglia
di cambiare il mondo, iniziando dalla sua lugubre città.
Però è solo, e inoltre
ostacolato dal suo capo (il solito poliziotto ottuso, che forse è anche
sul libro paga di Top Dollar); frustrato da questa sua incapacità, vede
nella comparsa di Eric, la possibilità di cambiare le sorti della sua
esistenza.
Sarah (Rochelle
Davis), è la piccola amica degli sfortunati Eric e Shelly; la morte
della coppia, per lei è ancora più dura da superare; figlia di una madre
assente e sprovveduta (Darla) e incapace di gestirsi, vedeva nei due
fidanzati due punti di riferimento a cui aggrapparsi e da cui attingere
forza per andare avanti.
Anche se non adulta,
Sarah fin dall’ inizio, dimostra di avere più coraggio e carattere della
madre, rifiutando quella vita troppo sbagliata per una ragazzina della
sua età.
Lei è l’unica a
comprendere, il vero dolore che Eric porta dentro il cuore per la morte
della sua amata Shelly, perché assidua frequentatrice della casa in
cui Shelly ed Eric vivevano il loro amore.
Il Corvo, etichettato
come horror, può essere visto anche come inno al sentimento dell’amore;
anche la vendetta, non moralmente vista come positiva, qui viene mitigata
e giustificata in nome del sentimento tra due i innamorati.
Significativa è
l’ultima scena in cui Eric, concluso il suo piano di vendetta, si ricongiunge
con la sua amata Shelly per vivere in eterno il suo amore con
lei.
Perché come recita
Sarah nel film:
“Se le persone che
amiamo ci vengono portate via, perché continuino a vivere, non dobbiamo
mai smettere di amarle. Le case bruciano, le persone muoiono, ma il
vero amore è per sempre…”
Il vero amore è
immortale e rimarrà immutato nel tempo…
Questo
film ha ottenuto i seguenti riconoscimenti:
-
MTV Movie Award 1995 "Miglior
canzone in una colonna sonora" e "Miglior attore"
-
Broadcast Music Incorporated
"Miglior canzone in una colonna sonora"
-
Quattro nomination al Saturn
Award
Ashok Bulgarini
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