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THANK YOU FOR SMOKING

Titolo originale: Thank you for smoking

Regia: Jason Reitman

Sceneggiatura: Jason Reitman

Fotografia: Jim Whitaker

Musiche: Rolfe Kent

Montaggio: Dana E. Glauberman

Anno: 2006

Nazione: Stati Uniti D'America

Distribuzione: Lucky Red

Cast: Maria Bello, Aaron Eckhart, Sam Elliott, Cameron Bright, Adam Brody, Katie Holmes

 

Come ogni buona tradizione che si rispetti, quando qualcosa irrompe sulla scena pubblica minacciando di turbare la serenità collettiva, l’America risponde esorcizzando le sue paure, facendo forza sulle proprie abilità nel tentativo di allontanare dall’immaginario collettivo ogni timore.

Reagire e non lasciarsi soffocare dalla paura diventa l’obiettivo primario da conseguire ad ogni costo e con ogni mezzo.

Televisione, stampa ed internet assumono quindi una parte importante nella diffusione di una comunicazione mirata a tenere alto lo spirito patriottico, ma il ruolo decisivo spetta inesorabilmente al cinema, capace di scioccare e smuovere le coscienze più di ogni altro medium.

Pensiamo agli scandali politici, o alle catastrofi naturali,oggetto di ricostruzioni cinematografiche spettacolari, e non ultimo pensiamo alla tragedia delle torri gemelle, che a distanza di 6 anni da quel terribile 11 settembre, diventa un kolossal firmato Oliver Stone.

Non è un caso dunque che dopo anni e anni di battaglie legali, per lo più perse dalle grandi industrie del tabacco a vantaggio degli ex accaniti fumatori, o delle famiglie delle vittime del fumo, sia stato realizzato un film, volto proprio a fare luce sul braccio di ferro più duraturo della recente storia americana.

"Thank you for smoking", ispirato all'omonimo romanzo di Christopher Buckley, è una pellicola divertente e cinica allo stesso tempo, capace di disseminare humor e piccole verità scomode ed amare sul mondo del tabacco e su chi lo sfrutta per farne una fortuna. Il protagonista della storia è Nick Naylor, interpretato da un bravissimo Aaron Eckhart (protagonista anche del film di Brian De Palma, Black Dahlia che ha aperto la 63^ mostra del cinema di Venezia), nei panni di un rappresentante televisivo dell'accademia degli studi sul tabacco, un'associazione nata per contrastare le ricerche dell'American Lung Association, che mettono in guardia gli americani dai rischi del fumo.

Naylor, perfetto businessman, sicuro di se stesso e della sua oratoria, partecipa agli show con i salutisti ed i ragazzi malati di cancro, convincendo altri accaniti fumatori sul piede di guerra a non denunciare l’azienda per la quale lavora, un’azienda che nel mondo conta milioni di morti ogni anno.

Nick Naylor, è un abile uomo di successo, che fa del "potere della parola", l’arma più efficace per vincere contro schiere di avvocati, giustificando prima ancora del suo lavoro, il libero arbitrio, e quindi paradossalmente i loro assistiti. Con le sue corrette/scorrette argomentazioni riesce a giustificare davanti al mondo intero il suo mestiere, dicendo che fumare è legale quanto lo è per l'industria del tabacco avere un lobbista come lui che difende il punto di vista dei milioni di fumatori nel mondo.

Nick l’uomo forte e competitivo, ha comunque un punto debole: nonostante la sua eloquenza non riesce ad istaurare facilmente un rapporto con il figlio dodicenne Joey, incuriosito dall'attività del padre e desideroso di apprendere da lui i segreti del mestiere.

Un figlio che per lui è tutto, ma per il quale vive un enorme dilemma: come fare ad essere un buon genitore ed un bravo educatore, se poi lo scopo primario della tua vita è convincere le persone che "uccidersi" è lecito purché sia una scelta autonoma?

Con un cinismo graffiante, che in alcuni passaggi assume tratti brillanti grazie a dialoghi avvincenti, questo film di Jason Reitman, cerca comunque di non schierarsi definitivamente, lasciando agli spettatori la possibilità di riflettere sul valore ultimo della responsabilità, tenuta costantemente in bilico tra chi accusa sapendo di aver sbagliato, e chi sbaglia sentendosi accusato ingiustamente.

 

 

 

 

 

 

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