CENERENTOLA
Titolo originale: Cinderella
Paese: Stati Uniti
Anno: 1950
Regia: Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske
Soggetto: Charles Perrault
Sceneggiatura: Ken Anderson, Perce Pearce,
Homer Brightman, Winston Hibler,
Produzione: Walt Disney
Montaggio: Donald Halliday
Musiche: Mack David, Al Hoffman, Jerry Livingston,
Paul J. Smith, Oliver Wallace
Siamo nel XXII secolo, nell’epoca
della tecnologia digitale, della tv interattiva, dei computer dalle
grandi prestazioni e dalle dimensioni ridotte; siamo bombardati ogni
giorno dai contenuti dei prodotti mediali ed i bambini di oggi sono
abituati a non stupirsi più davanti a niente, eppure se chiediamo a
grandi e piccoli qual è la favola che più di ogni altra fa ancora sognare
la risposta è quasi sempre una sola: Cenerentola.
Walt Disney realizzò questo film
nel 1950 per risollevare le sorti della sua azienda, che aveva perso
un po’ di prestigio dopo l’uscita non proprio brillante di altre pellicole.
Quello che il magnate cinematografico
voleva più di ogni altra cosa, era trovare la storia giusta che potesse
in qualche modo far vibrare nuovamente le corde dei sentimenti
del pubblico, proprio come era accaduto per Biancaneve.
Aveva bisogno quindi di una fiaba
commovente che avesse come protagonista un personaggio indimenticabile.
Decise allora di recuperare la favola di Charles Perrault, ispirata
a sua volta ad una fiaba popolare cinese, dove l’eroina femminile lottava
contro una sorte ingiusta ed oppressiva, ottenendo come riscatto finale
la realizzazione dei suoi sogni.
Ci volle del tempo per riuscire
ad ottenere un prodotto che fosse impeccabile in ogni sua sfaccettatura,
ma il risultato di tanto impegno è ancora oggi ammirato in ogni parte
del mondo.
Cenerentola fu la prima ciliegina
di una torta che consacrò Disney per molti anni, re indiscusso del cinema
d’animazione.
Le musiche erano da sogno, ed i
personaggi di contorno non avevano nulla da invidiare alla simpatia
del grillo parlante di Pinocchio o alla dolcezza infinita degli
occhini blu di Dumbo, ed era impossibile non rimanere incantati
davanti al volto della splendida Cenerentola, bionda e sfortunata principessa,
costretta a subire i soprusi di una perfida matrigna, e le ingiustizie
delle sue arcigne sorellastre. In suo aiuto arrivava però una fata turchina
davvero speciale, che con la sua bacchetta magica, la complicità di
un gruppetto di topolini, ed un paio di scarpette di cristallo, cambiava
per sempre la vita di Cenerentola, destinandola dopo mille peripezie,
ad un gran finale con tanto di principe azzurro e castello a far da
sfondo.
Cenerentola comunque non è solo
sinonimo di fantasia, pochi sanno infatti che alla prima gestazione
del film, improntata tipicamente sulla “favola”, seguì l’impostazione
realistica della storia, resa tale dai disegni dei personaggi,
ricalco perfetto di alcune scene della vita concreta.
Un esempio di questo duplice lavoro
è racchiuso nella realizzazione della figura della matrigna, raffigurata
come una donna piacente che si muove con eleganza dall’alto della sua
gelida crudeltà, e poi ancora i tratti sicuramente esasperati di
Anastasia e Genoveffa, le due tremende sorellastre plasmate a dovere
per esprimere tutta la loro goffaggine e stoltezza.
Dal grande capolavoro Disney sono nati negli anni,
molteplici rivisitazioni sulla favola di Cenerentola, ma Cenerentola
resta degna di nota anche e soprattutto per il film del 1948 di Ferdinando
Cerchio, antecedente al cartone animato e l'opera lirica di Gioacchino
Rossini su libretto di Jacopo Ferretti che oltre fiaba di Charles Perrault,
si servì anche di due libretti d'opera: Cendrillon di Charles
Guillaume Etienne per Nicolò Isouard del 1810 e Agatina, o
la virtù premiata di Francesco Fiorini per Stefano Pavesi del 1814.
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