era glaciale
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TITOLO ORIGINALE:
Ice Age
Anno: 2002
Nazione: Stati
Uniti d'America
Regia: Chris Wedge
Sceneggiatura:
Peter Ackerman, Michael J. Wilson.
Musiche: Justin
Skomarovsky, David Newman.
Montaggio: John
Carnochan.
Un Mammoth, un bradipo ed una tigre dai denti a sciabola,
tre esseri solitari abbandonati dai rispettivi branchi, scoprono sullo
sfondo di una terra coperta dalle nevi e prossima ad una glaciazione,
l’importanza e la bellezza di coltivare un’amicizia, che agli occhi
di tutti potrebbe risultare impossibile. Questo è il tema portante del’
"L’era glaciale" il film di animazione della Pixar, che si prospetta
come la rivelazione dei cartoni digitali, commovente, ricco di azione
e di scenari folgoranti. Un film, apprezzato dai più piccoli per le
buffe e rocambolesche vicende che coinvolgono il possente mammoth Manny,
il pasticcione bradipo Sid, e la tormentata tigre Diego, amato però
soprattutto dai grandi, perché al di là della storia sdolcinata che
mescola sapientemente umorismo, buoni sentimenti ed un pizzico di malinconia
per un mondo che sta finendo, questo cartone tecnologico lascia spazio
anche ad un’ironia sarcastica e cattiva, espressa nella genialità dello
scoiattolo Scrat, avido collezionista di ghiande e protagonista di gag
catastrofiche ciliegina sulla torta dell’intera pellicola.
La prima cosa che colpisce di questo film, è la descrizione
colorata e vigorosa della natura con montagne innevate e cieli azzurri,
luoghi bellissimi e inospitali, attraverso i quali i nostri tre eroi,
si trovano ad affrontare il duro compito di riportare un cucciolo d'uomo
alla sua tribù, dalla quale era stato strappato dall'attacco di un branco
di tigri a sciabola, ex compagne proprio di Diego. La missione che attende
lo strambo " team", è stata pensata dal regista Chris Wedge (in precedenza
vincitore di un Oscar col cortometraggio animato "Bunny"), per dare
vita ad un bel prodotto, una sorta di road movie preistorico
che vede i tre personaggi alquanto bizzarri, sconfiggere un gruppo di
volatili giocando a football americano, correre su pista di ghiaccio
come fossero al luna-park e combattere, per difendere la vita del bambino
in un decisivo scontro finale.
Forte di una sceneggiatura complessa ed accurata,
il film vuole trasmettere al pubblico un messaggio civile prendendo
ad esempio una famiglia un po’ fuori dagli schemi, dove le diversità
così evidenti tra i suoi componenti sbiadiscono fino a sparire di fronte
alla necessità del bene comune.
Rispetto ai film realizzati dalla Pixar fino ad ora,"L’era
glaciale" si sviluppa osservando regole più vicine al cinema classico
d’animazione, il quale propone, abitualmente e secondo costumi disneyani,
precise distinzioni tra il bene e il male, momenti di partecipazione
emotiva intensa, spesso offuscata da presenze ingombranti e ricorrenti,
utilizzate per conservare la leggerezza con un taglio comico alla base.
In questa occasione invece, si assiste per la prima volta alla presenza
di personaggi "inesistenti", capaci però di dare al pubblico l’impressione
e l’emozione, di attori in carne e ossa.
Ottima la tecnica computerizzata con la quale è stata
realizzata la pellicola, e piacevole anche la scelta di ambientare la
storia in paesaggi tipicamente nordamericani, scegliendo un commento
musicale di brani della tradizione etnica, e riproducendo gli umani
con sembianze tipiche dei nativi americani. Impeccabile infine il doppiaggio.
Nella versione originale gli attori che prestano le loro voci, sono
prevalentemente artisti che interpretano serie televisive di successo
sulle reti americane, mentre in Italia il compito di far parlare queste
nuove stelline di Holliwood è stato affidato a Leo Gullotta nel ruolo
di Manfred, a Pino Insegno nella parte di Diego la tigre, mentre i guizzi
fonici di Sid il bradipo sono irriconoscibilmente di Claudio Bisio.
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