Anno:
2001
Nazione:
Francia
Produzione:
BIM
Durata:
120'
Regia:
Jean-Pierre Jeunet
Sceneggiatura:
Jean-Pierre Jeunet, Madeline Fontaine, Guillaume Laurant
Fotografia:
Bruno Delbonnel
Montaggio:
Herve Schneid
Musiche:
Yann Tiersen
Scenografia:
Marie-Laure Valle
Cast:
Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Yocande Moreau, Dominique Pinon, Serge
Merlin, Jamel Debbouze, Urban Cancellier, Rufus, Artus de Penguern
Amelie Poulain vive la sua infanzia tra il distacco
affettivo del padre e le ansie della madre; si rifugia in un mondo da
lei inventato, popolato di oggetti animati e un muto amico con istinti
suicidi, dove tutto è immerso in un ottimismo dolce e senza dolore.
Muore la madre, e la piccola vive con il padre un rapporto ancora più
distaccato. Amelie cresce e inizia a lavorare come cameriera in un bar;
una serie di eventi la porta a trasformare la sua vita in una missione:
dedicarsi agli altri per trovare la felicità.
Il Favoloso Mondo di Amelie è la terza opera di Jean-Pierre
Jeunet; dopo l'esperienza americana di Alien 4 - La clonazione, il regista
torna in patria per raccontare il mondo di una dolce ragazza dal cuore
grande. Ne viene fuori un film ricco e delicato in cui tutto si trasforma
in gioie, a volte immediate, oppure da costruire in un tempo dilatato
e circolare. La ricerca della felicità diventa il filo conduttore di
tutto il film; la missione di Amelie è quella di aiutare se stessa e
gli altri a rimuovere i blocchi che impediscono il libero scorrere
delle emozioni. I personaggi si dispongono sulla pellicola come sul
quadro di Renoir, per non cadere nell'oblio vivono la vita con metodiche
ossessioni: assaporare "il boccone del prete", far risplendere piccoli
nani nel proprio giardino, inventarsi malattie per non soffrire. Ma
la vita non è un'interminabile replica di uno spettacolo che non andrà
mai in onda, e il tempo non è il muto susseguirsi di ore e minuti. La
felicità è come un cavallo che scappa da un recinto per trovare la sua
libertà, è una lettera che parla d'amore, è una poesia; e la poesia
migliore, si sa, è sempre quella che verrà. Quando tutti i personaggi
liberano finalmente le loro emozioni tutto si colora di nuovo, e ciascuno
completa la propria vita. I colori sono sicuramente un elemento importante
della storia; e questo è dovuto alla provenienza di Jeunet dalla pubblicità
e dai cartoni animati.
Il Favoloso Mondo di Amelie è un film pieno di citazioni:
i personaggi strizzano l'occhio alla Nouvelle Vague francese (la proprietaria
del bar, Claire Murier, era la madre di Jean Pierre Leaud in "I Quattrocento
colpi" di Truffaut); il giardino dal quale la protagonista principale
ruba il nano sembra quello di Xanadu in "Quarto Potere" (Citizen Kane,
Orson Welles, 1941); Mathieu Kassovitz (Nino nel film) è ormai un regista
di affermata bravura; Amelie sembra un personaggio uscito fuori dal
realismo di Carne; il pittore Dufayel assomiglia molto al personaggio
interpretato da James Stewart in "La finestra sul cortile" (Rear Window,
Alfred Hitchcock,1954).
Poco importa se il film non ha vinto nessuno dei
cinque oscar per i quali era candidato e se Emily Watson ha rifiutato
la parte di Amelie (Audrey Tautou è perfetta nel ruolo!); la bellezza
di questo lungometraggio riempie lo schermo di poesia e dolcezza. In
questo film ci piace: seguire lo sviluppo degli intrecci, leggere i
titoli di testa e di coda, ammirare le maglie di Amelie, incantarsi
davanti agli inserti animati, guardare la scenografia, dipingere con
i suoi colori, sfogliare gli album di fototessere, il recitare gli attori,
guardare il cielo e non il dito.
Filmografia di JEAN-PIERRE JEUNET:
Una lunga domenica di passioni (2004), Il favoloso
mondo di Amelie (2001), Alien 4 - La clonazione (1997), Delicatessen
(1990)